Riflessioni leggere

Una serie di pensieri e ricordi si affacciano stamattina nella mia testa ed un senso di malinconico languore. Non sono nemmeno sotto ciclo, quindi è cosa seria. Queste riflessioni oggi non saranno ignorate, come faccio spesso, per mia pace e quieto vivere. Da bambina raccoglievo i pensieri del giorno e aspettavo il buio della mia stanza a sera per farli scorrere, per fantasticarci sopra. Prematuri tentativi di riflessione. Oggi, mi assicuro che quando arriva il buio della camera da letto, il corpo sia sfinito per permettere alla testa di non pensare. Tardivi tentativi di lievità.

Mi sono ricordata di una gara in bicicletta di tanti anni fa. Vi partecipai con la mia Graziella blu, tutti gli altri erano in moderne mountain bike. Ricordo il senso di vergogna che provai e le parole di incoraggiamento di papà. Diceva di fregarmene di cosa pensassero gli altri e di divertirmi. Così feci allora e così ho tentato di fare tutta la vita. Oggi mi sento un po’ indietro però, perché mi sembra di pedalare la vita con una ruota sola. Pedalo e pedalo ma non arrivo alla meta prefissa. Il bello è che poi penso che una meta io non me la ero nemmeno data! Ma è un pensiero universale che gli anni passano e ci si chiede cosa si è tralasciato di fare. Mi consolo, ognuno è felice come può e infelice come non sa.

60 pensieri su “Riflessioni leggere

  1. Riflessioni assolutamente condivisibili.
    Ai giardinetti “gli altri” avevano le Saltafoss, io la Graziella arancione.
    Poi “gli altri” si son fatti il Malaguti Fifty e la Cagiva 125, io il Garelli monomarcia con avviamento a pedali.
    Ti risparmio il resto della mia vita, non voglio rovinarti la serata.
    PS: questa cosa che bisogna prefissarsi una meta da raggiungere, quand’è che l’hanno spiegata? Mi sa che ero assente…

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  2. Mah… la prima cosa che mi viene da dirti è che è presto per tirare delle somme e guardare indietro e non avanti, metti di campare cent’anni (spaghetti al pomodoro e vino buono e ce la fai… dimenticavo i vaccini!!!!! già, mettici anche quelli, falli tutti, non dar retta agli altri, come diceva papà con la Graziella…) ecco, hai ancora un sacco di vita davanti per permetterti tutto il lusso di sbagliare un sacco di volte e altrettante volte rimediare… Al tuo centesimo anno io sarò dall’altra parte, promettimelo fin d’ora, ci conto: di farmi sapere come t’è andata.

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    1. Ciao Guido , dici che sono stata precipitosa? Il fatto è che più di fare, dovrei disfare alcune cose…mia nonna avrebbe detto che è sempre comunque tutto un lavorare. Quando trarrò le somme finali e i piedi nel tavuto, forse sapremo come è andata per davvero, ma chissà perché ti immagino piumato lì nell’alto dei cieli con occhio sornione di chi ha già saputo tutto. Un caro saluto e grazie delle tue parole, vaccini inclusi!

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      1. Cla, detto così sembri gay !! Ma tutti sanno che non lo sei, specialmente dopo l’ultimo blog sulla passera solitaria. Con la Graziella sono arrivata si eccome, ma sai che mi è venuto il dubbio che non fosse una Graziella ma una Cinzia? Vabbè fa lo stesso.

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      2. Ahahahaha ma nooo…al culo di donna erano rivolti i miei pensieri! Per carità, nulla contro i gay eh ma come hai giustamente detto, son attratto decisamente da altro!
        E per la bicicletta…fa lo stesso si, l’importante è che sei arrivata ma soprattutto ti sei fatta valere rinforzando la tua personalità!

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  3. Sti pensieri li faccio un giorno si e l’altro pure quindi capisco i tuoi. Probabilmente per quanto mi riguarda c’è che so che non sarò mai soddisfatto visto che nulla è andato come avrei voluto e questo inevitabilmente pesa sui pensieri mattutini, diurni, serali e notturni. E va beh, ma poi comunque con la Graziella sei arrivata in fondo?

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    1. Non so tu, ma io ricordo che non c’era un vero senso estetico del bello o di ciò che meglio dava risalto alla persona, le foto lo testimoniano. Oggi siamo quasi tutti belli. Tornando al post, mi sa che su quella bici siamo ancora in tante a girare.

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  4. Ciao, ho passato tutta la vita ad arrovellarmi cercando di riempire “falle antiche” e ad incazzarmi con chi quelle falle aveva contribuito a crearle. Poi a costo di parecchie fatiche, mi sono fermata. Alla fine ognuno è quel che è, semplicemente. Accettarlo è un buon passo per cercare di stare bene, quindi essere “felici come si può”. E non è poco!

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  5. La tua bicicletta Graziella era il tuo inconscio che non ti permetteva di saper gareggiare con gli altri che avevano la mountain bike. Invece ti sei divertita ed hai messo sotto gli altri.

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  6. per quanto orrenda fosse la graziella tuo padre con l’incoraggiamento e tu con l’entusiasmo l’avete nobilitata.
    E ora addirittura pedali in monociclo come fossi l’orso al circo e invece sei una quasiquarantenne che volteggia nella vita e lo racconta. E sulla meta che non vedi non hai da preoccuparti, si pedala tutti in tondo in questo girotondo.
    🙂
    ml

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  7. Che bello quello che hai scritto, ho percepito sensazioni positive. Chi si prefigge una meta da raggiungere poi, una volta raggiunta, cosa fa? Vai avanti Quasi! Pedalando, correndo, arrancando… sarai felice o infelice ma pur sempre viva!!

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