Torto di mele

Arrivo’ Andy. Un ragazzo molto carino e dalla chiacchiera piacevole. Le mie amiche mi facevano l’occhiolino dal tavolino di fronte. Non ce ne saremmo andate di li, finché lui non mi avesse chiesto il numero di telefono. Era sempre questa la regola che loro, tutte sposate, avevano deciso per me quando uscivamo. Andy aveva un modo di muovere le mani e socchiudere la bocca quando ascoltava, molto delicato.Pochi giorni dopo mi chiese di uscire a cena. Il cameriere, anche lui molto aggraziato, con i capelli raccolti a chignon, aveva un evidente debole per Andy, che continuava a sorridergli. Rimediammo 4 cocktail gratis, offerti dal cameriere.

Un giorno mi preparò la torta di mele. Si era svegliato all’alba per andare al mercato biologico, comprare mele genuine, prima di andare a lavoro.

Una amica mi disse che Andy doveva essere dell’altra sponda, perché un uomo non ha queste premure. Io la misi a tacere, dicendo che sicuramente lei era abituata solo ai buzzurri e non distingueva più una gentilezza virile da una effeminata.

Fui costretta a ricredermi qualche tempo dopo. All’ennesimo piagnucolio, per cose che non starò qui a dire, chiesi :” Andy dimmi la verità , ma sei gay?” . E lui:” Sigh, sigh, ma perché anche mio padre mi chiede sempre la stessa cosa?” .

Dottoré 

Dottoré sono passata a dirti che tu sei sfortunata. Si, dottore’, non mi guardare così, tutti i figli unici lo sono. Io ti auguro con tutto il cuore di incontrare un marito che ti faccia compagnia dottoré. Ma te lo auguro con Tutto il mio cuore.

La dottoré si è commossa, con Tutto il suo cuore.

ABC della felicità 

Ringrazio https://sarahmaria76.wordpress.com/ per la nomination a questo tag, ideato da https://ladimoradelpensiero.wordpress.com/

Non impazzisco nemmeno io per i tag come molti altri blogger, ma questo tema è interessante. Io non credo nella felicità , dura così poco, è così effimera e lascia sempre tanta amarezza quando va via. Il mio ABC sarà breve come quelli che si vedono in prima elementare.

A. amarsi, molto banale quanto efficace, quando ami e sei riamato B. baciarsi, quei baci iniziali delle storie alle inizio…nothing compares  C. casa, sentirsi a casa, al riparo, nel proprio guscio.
Nomino solo 3 blogger, sperando di non dar loro troppo fastidio:
https://ilbisognodiscrivere.wordpress.com/

https://faithstillbreath.wordpress.com/

https://vitedacurriculum.wordpress.com/

Le regole sono le seguenti:

  • Menzionare l’ ideatrice
  • Ringraziare chi nomina
  • Esporre il proprio ABC
  • Nominare 10 Blog
  • Avvisare il nominato

Ciao!

Napoleone

Mr H amava diversificare i suoi interessi. Intendo quelli economici. Se avesse potuto comprare la pietra filosofale, o una pietra qualsiasi , nelle sue mani avrebbe prodotto oro comunque. Un innato fiuto per la fortuna sfacciata. Gioco d’azzardo , corse dei cavalli e quel benedetto numero 29 alla roulette. Tra i vari colpi di fortuna che arrivarono, ci capito’ tra le mani la frusta di Indiana Jones ed una ciocca di capelli di Napoleone. Appurare la provenienza della prima fu un lavoro lungo e faticoso. Le referenze erano però di più facile reperibilità , perché il punto di partenza era Hollywood e la film industry.

Qualche dubbio avevamo invece circa la genuinità della ciocca di capelli del Bonaparte. La piccola teca in cui era contenuto il ciuffo, era accompagnata da uno scritto del 1840 di un generale tal dei tali, che ne accertava la vera provenienza. Interpellammo qualche storico e antiquario. Senza troppa convinzione noi stessi. Pensammo addirittura a quanto quel quadretto sarebbe stato bene appeso al muro, vicino ad altri quadri che avevamo in casa.

La frusta fu venduta all’asta da Christie’s, per una cifra 14 volte superiore a quella a cui l’avevamo comprata . L’urlo di giubilo, a martello battuto, fu il mio, che avevo assistito incredula alla escalation del prezzo. Il nuovo possessore, un signore russo.
Diversa la vendita dei capelli di Napoleone. Si trovò un acquirente disposto a pagare una buona somma e con un poco di riluttanza demmo via il quadretto.

Venimmo a scoprire, mesi dopo, che quei capelli erano davvero di Napoleone, nato in Corsica e morto a Sant’Elena. E furono successivamente rivenduti per una cifra che ci avrebbe estinto il mutuo. Provammo grande dispiacere , ma non era solo di natura venale. Avevamo pure noi riconosciuto troppo tardi il valore del generale.

Sbigottita mi guardavo la mano, in cui stringevo una ciocca di capelli che mi ero strappata.

L’America

Avevo 16 anni quando ho conosciuto Blanca. Frequentavamo lo stesso liceo, a Chicago, io all’ultimo anno, lei al penultimo. C’era sempre tanto affetto a casa sua per me. Li mi sentivo a mio agio, nonostante la confusione di fratelli, un cane, un gatto, uno zio originale che stava lì con loro. Io, che venivo da una casa enorme, abitata da tre anime silenziose, inclusa la mia. Blanca invece si sentiva non benvoluta, non compresa. Si era così sposata a 20 anni, un matrimonio sfarzoso che non desiderava.

La sua vita è stata un susseguirsi di relazioni finite troppo presto. Come quella con suo padre. Chissà se si sentiva non benvoluto e non compreso pure lui. Chissà se Blanca abbia mai messo a fuoco che aveva questo in comune con suo padre. Chissà se lo abbia mai perdonato della sua decisione di andare via e di non essere un padre affettuoso. Chissà se, quando lei lo pensa , volge lo sguardo in alto, verso il cielo. Chissà se cambierà idea sul voler figli. O se capirà’ quanta maturità e responsabilità c’è nella scelta sua di non voler essere madre.  Blanca ha lasciato gli Stati Uniti anni fa. Quando le ho chiesto se pensasse di ritornare nella sua terra , mi ha detto di no, perché vivere li “it’s a lonely sacrifice” e forse la sua America è altrove.

Abbiocco 

I mesi estivi la forte calura pomeridiana mi porta ad abbioccarmi, anzi a collassare, sul divano. Mi addormento con la testa vuota, con il sottofondo sonoro della televisione. Puntualmente mi sveglio di colpo, con la sensazione della tua mano sulla mia. A quel punto mi prende un po’ di angoscia, perché so che quella mano, che non tocco da tantissimo tempo, io non la toccherò mai più. Mia nonna diceva che le montagne fra di loro non si incontrano mai, mentre le persone prima o poi nella vita si. Ma a me sembra che la vita con te appartenga ormai ad un sogno, ad uno spazio temporale che anche i ricordi faticano a collocare. E rivederti porterebbe ad un tumulto di emozioni che è meglio lasciare sopite. Così mi riaddormento, anche solo per 5 minuti, e con me questi pensieri. 

Dolce in fine

Hai presente quando bevi il caffè? Quello in ghiaccio? Lo zucchero rimane sul fondo, non si scioglie mai completamente. Lo bevi, il primo sorso un po’ amaro ma ti piace. In fin dei conti lo desideravi, sai che ti darà un po’ di carica. Poi arrivi alla fine dell’ultimo sorso, quello più dolce, dove c’è lo zucchero. Vorrei che anche la vita fosse così.

Corpi celesti 

Asteroide fuma 57 sigarette al giorno. Appoggiato al muro di casa sua, al piano terra, fantastica su come avrebbe voluto vivere la vita. Fantastica su come la sua vita sarebbe stata se non avesse mai fatto il servizio militare. A suo dire, sotto le armi, ha perso qualche rotella del carro. Il suo è un percorso interrotto, ma lui ancora non l’ha messo a fuoco. Mi chiede spesso se le terapie a lui prescritte possano ridargli una vita normale. Ma le sue sono dosi massicce, affinché lui la vita non tenti di togliersela più. Si avvicina preceduto da una nube di fumo :” dottoré ma l’inalatore con gli asteroidi mi cura l’asma ?”. Mi strappa un sorriso e penso a come sarebbe bello se tutti i corpi celesti potessero venire in suo aiuto.

Guida al sorriso 

Due notti fa, mi ha fermato una pattuglia, non dirò di quale arma. Avevo i fendinebbia accesi (a luglio), non avevo con me la patente e nemmeno la cintura di sicurezza. Ah, non sapevo nemmeno dove fosse il libretto di circolazione, poi trovato.Non paga, ieri ho fatto un parcheggio alla “femminile maniera”, di quelli che non facevo dai tempi della scuola guida. Ho infatti ammaccato la macchina del barbiere, che guardava la scena con le mani nei capelli.

Sia il barbiere che la pattuglia mi hanno lasciato andare via senza conseguenze. È davvero solo bastato ammettere la mia colpa, chiedere sinceramente scusa e fare un bel sorriso. Se anche in coppia ci si comportasse così , saremmo un po’ meno scoppiati.